venerdì 14 settembre 2018

La mia gravidanza: il giorno del test

Cosa succede quando una mattina ti svegli e decidi che è il momento di fare quel test comprato qualche giorno prima, e poi con la faccia assonata sbirci là sotto e noti che sono comparse le due famose lineette?


Ricordo ogni dettaglio di quel giorno.
Penso che il cervello è programmato per salvare gli eventi belli della vita in modo indelebile.
Scolpirli nel cuore e nella memoria.

Erano un po' di giorni che mio marito insisteva perché facessi il test.
Io invece tergiversavo.
"Ma scusa perché vuoi aspettare ancora?".
Ero convinta fosse un ritardo, come è tipico del mio ciclo irregolare, e non volevo distruggere la magia di quei giorni pre-natalizi.
Volevo aspettare, perché pensavo che prima o poi avrei visto quelle goccine scure.
Erano giorni intensi: la laurea magistrale di suo fratello e il matrimonio del mio.
Pensavo che tutte queste feste nell'aria, il Natale in arrivo, le corse per i regali, l'allestimento della casa, le cene di rito, e l'ambiente frenetico lavorativo mi stessero giocando una brutta illusione.
Il 14 Dicembre, era un giovedì, avevo un corso di aggiornamento.
Prima del corso mi sarei trovata per fare colazione con le mie colleghe-amiche.
Sapevo di non dovere uscire all'alba, mio marito era già al lavoro dopo il consueto bacio del buongiorno, e avevo la vescica piena.
E poi non so, sentivo che era la mattina giusta.
Prendo lo stick, seguo le istruzioni, ma sbircio prima ancora di aver finito di fare la pipì.

II

Due lineette.
-di già?-
Ma non dovrebbero comparire dopo qualche minuto?!
Chiudo lo stick, lo lascio sul davanzale ed entro in doccia.
Non penso ad altro.
E se una di quelle due lineette si cancella? E se rimane? E se fossi incinta per davvero???
Esco dalla doccia mi avvicino al davanzale: sono ancora lì, ancora più marcate.
Metto il test in una scatola, per conservarlo, per ricontrollarlo, per mostrarlo a mio marito.
E nel frattempo apro e richiudo la scatola 50 volte.
Sono incredula.
Sono incinta.
Forse da tanto.
Ho perso i conti, convinta di avere il ciclo lungo.
E' tardi, devo andare o troverò traffico.
Mi si legge in faccia?
Riuscirò a mascherare?
Oddio devo stare attenta a quello che mangio!

Prima di uscire prendo un rossetto e scrivo sullo specchio del bagno la frase di una canzone che impazza su radio deejay in quei giorni:
"Guarda il cielo e prendi una stella".
Tanto stasera torno prima di lui, e lo porterò in bagno con una scusa, penso tra me e me.

La giornata scorre veloce, la mia testa è altrove: mi tocco la pancia di nascosto e ogni tanto mi commuovo.
Ma è vero?
Mi sta succedendo per davvero?
Quella sera una cena di Natale con delle amiche: penso solo a quel test.
Vorrei averlo tenuto in borsetta, e penso che questo pensiero è assurdo.
Non mi accorgo che è tardissimo, devo correre, devo tornare a casa prima di mio marito.

Arrivo a casa trafelata.
Lui è sul divano, mi corre incontro, mi abbraccia e dice "non dire nulla, sono troppo felice!".
Provo a fare la gnorri, ma il cuore scoppia.
Ha già letto la scritta sullo specchio, e io che mi ero preparata una frase da dire, ma vabbè, non sono queste le cose che contano.

Ci stringiamo forte.

"Avremo una stellina tutta per noi".

Sì, è proprio così. Una stellina tutta nostra.


-to be continued-




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